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Courtesy the artist and galleries Sean Kelly, New York, Esther Shipper, Berlin, and Rudiger Shottle, Munich, Untilthen, Paris
DAVID CLAERBOUT

OLYMPIA

Olympia è il più ambizioso e visionario progetto realizzato dall’artista belga David Claerbout. Protagonista è il celebre Olympiastadion di Berlino, noto per avere ospitato le olimpiadi del 1936, progettato dall’architetto Werner March. Secondo il suo progetto originario, lo stadio dovrebbe resistere per mille anni: tale era infatti la durata attesa dai gerarchi per l’intero ciclo del Terzo Reich. Per questo lavoro David Claerbout si è dunque chiesto come dovrebbe apparire l’Olympiastadion tra un millennio, sviluppando un complesso software di computer grafica che simula il degrado dell’architettura in tempo reale in una proiezione di grande formato, fino alla sua totale sparizione.

Sede della mostra

Palazzo Zambeccari
Spazio Carbonesi
Via De’ Carbonesi, 11

BIOGRAFIA

David Claerbout (1969, Kortrijk, Belgio) è uno degli artisti più innovativi e apprezzati nel campo delle immagini in movimento: la sua opera si pone al crocevia tra fotografia, cinema e tecnologia digitale. Si forma come pittore, ma si interessa sempre più al tema del tempo attraverso indagini sulla natura della fotografia e del cinema. Le sue opere, che fondono passato, presente e futuro in straordinari momenti di elasticità temporale, offrono riflessioni filosofiche sulla nostra percezione di tempo e realtà, memoria ed esperienza, verità e finzione. Mediante l’uso di costellazioni di pixel, sequenze di immagini, luce, velocità, parlato, musica e suono ambientale, installazioni, le sue composizioni suscitano nuove modalità di assorbimento percettivo, aspettative, comprensione e memoria. Ha tenuto numerose mostre personali in sedi internazionali quali Kunsthaus Bregenz (2018); Schaulager, Basilea; MNAC, Barcellona (2017); Städel Museum, Francoforte; KINDL, Berlino (2016), Marabouparken Konsthall, Sundbybert, Svezia (2015); Nederlands Fotomuseum, Rotterdam (2014); Kunsthalle Mainz, Mainz, Germania (2013); Secession, Vienna, Austria; Tel Aviv Museum, Tel Aviv, Israele (2012); SFMOMA, San Francisco, USA; WIELS, Bruxelles, Belgio (2011); De Pont museum of contemporary art, Tilburg, Paesi Bassi (2009 e 2016); Centre Pompidou, Parigi, Francia (2007); Kunstmuseum, San Gallo, Svizzera (2008); e Van Abbemuseum, Eindhoven, Paesi Bassi (2005). Il suo lavoro è presente nelle principali collezioni pubbliche di tutto il mondo.

Courtesy the artist and galleries Sean Kelly, New York, Esther Shipper, Berlin, and Rudiger Shottle, Munich, Untilthen, Paris
Sede della mostra

Palazzo Zambeccari
Spazio Carbonesi
Via De’ Carbonesi, 11

Lo spazio si trova all’interno di Palazzo Zambeccari, edificio a tre piani dalla facciata neoclassica in terracotta, costruito nel 1775 dall’architetto Carlo Bianconi. Il piano nobile ancora oggi conserva affreschi barocchi, tra cui l’Olimpo di Giuseppe Rolli e Giacomo Alboresi. Lo Spazio Carbonesi è un luogo di incontro e condivisione a disposizione delle realtà culturali, un contenitore adatto alla sperimentazione, alla ricerca e all’innnovazione, utilizzato per iniziative artistiche, per momenti di formazione o eventi di comunicazione.