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PIERRE GONNORD – ARMANDO, 2009 – COURTESY OF THE ARTIST AND OF THE GALLERY JUANA DE AIZPURU
PIERRE GONNORD

(ALTRI) LAVORATORI

«Cammino alla ricerca di incontri e di altre esperienze di vita. Il ritratto nasce da un’intimità fragile e silenziosa che tenta di lottare contro l’oblio. È la “cannibalizzazione” dell’altro, della sua differenza e della nostra parte comune di umanità. La fusione, l’appropriazione, la trasfigurazione di bellezza, grazia, dignità, che ci rende un po’ più simili. E anche un po’ più eterni. Prestami il tuo viso, lasciati contemplare, ammirare, possedere, lascia che prenda la tua anima per potervi accogliere tutti noi, come gli indiani d’America che credevano di abbandonare per sempre l’intimità profonda del loro essere rubata dall’obiettivo di Edward Curtis.

Ciò che è cominciato qualche anno fa, timidamente e per caso, è oggi un vero e proprio modo di vivere. Dal mio laboratorio di Madrid, verso le case della periferia urbana e poi in questo studio ambulante sul ciglio delle strade e dei sentieri secondari.
Ho scelto l’individuo solo e anonimo, membro però di un clan sociale ben definito, profondamente radicato in una cultura ancestrale. L’individuo consapevole della propria identità proprio quando la nostra si fa sempre più evanescente. Personaggi che vengono da tribù lontane dall’epicentro e dal benessere materiale, dal rumore uniforme della nostra società urbana. Visi che brillano di una luce diversa e di una straordinaria energia. Vorrei rompere il silenzio creato intorno a loro, ma preservarne il mistero.

Pierre Gonnord

Sede della mostra

Santa Maria della Vita
Via Clavature, 8 – Bologna

Esplorare quei margini (o meglio quegli “altrove”) è il mio modo di riconoscere l’importanza del silenzio costruito socialmente, ma soprattutto di rendere omaggio a quegli “Altri Noi” testimoni di un’esistenza che è loro propria e quanto mai unica. Detentori di una straordinaria forza vitale».

Ritratti fotografici e video degli ultimi minatori di carbone delle Asturie, regione nel nord della Spagna. Ultimi sussulti di una saga di lavoratori, eredità del XIX secolo che ha forgiato la storia industriale del paese in una strenua lotta per i diritti sociali contro le infauste condizioni di lavoro nelle miniere. Questa comunità di immigrati dell’Europa centrale e del Portogallo è destinata a scomparire nel 2018, secondo la direttiva del Ministero dell’industria spagnolo e la fine del “Piano Carbone” della Comunità Europea.

Ritratti di lavoratori giornalieri impiegati nelle grandi coltivazioni di olive, viti e alberi da frutto del latifondismo iberico (Estremadura, Andalusia e Rioja), nel solco dei grandi possedimenti agricoli romani. Questi lavoratori, gitani e nomadi, provenienti in gran parte dalle due rive del fiume Guadiana, la cui principale attività ancestrale è l’allevamento dei cavalli, si spostano in transumanza durante i periodi della potatura e del raccolto.
Donne, bambini, adolescenti e vecchi assicurano, con i loro bivacchi montati ai margini delle fattorie e in compagnia dei loro animali, la sopravvivenza e l’organizzazione del clan familiare. Sono gli ultimi guardiani di un modo di vivere antichissimo che sopravvive nella precarietà del lavoro stagionale. Visi segnati dall’esperienza di una vita tanto dura quanto dignitosa.

Pierre Gonnord

PIERRE GONNORD – VENGADOR, 2014 – COURTESY OF THE ARTIST AND OF THE GALLERY JUANA DE AIZPURU
Sede della mostra

Santa Maria della Vita
Via Clavature, 8 – Bologna

Il complesso di Santa Maria della Vita è uno dei monumenti più significativi di Bologna. La chiesa custodisce il celebre gruppo scultoreo del Compianto sul Cristo Morto di Niccolò dell’Arca, punto di riferimento assoluto della scultura e della storia dell’arte. L’Oratorio, sede della mostra della Biennale, ha al suo interno un altro importante gruppo scultoreo, il Transito della Vergine di Alfonso Lombardi.